Nel trattamento di depurazione delle acque reflue, industriali o urbane è necessario seguire diverse fasi prima di poterle re-immettere nei fiumi o nel terreno. Uno dei primi fondamentali processi è la dissabbiatura.

Nelle acque si trovano sostanze organiche e detriti inorganici, come sabbia o terriccio. Nella prima fase del trattamento di depurazione vengono effettuati dei trattamenti meccanici come grigliatura (setacciatura), dissabbiatura, disoleatura, equalizzazione.
Prima di tutto bisogna liberare le acque dai detriti più voluminosi con la grigliatura, poi si passa alla dissabbiatura.

Come si svolge la dissabbiatura

La dissabbiatura permette di eliminare i detriti che potrebbero occludere le aree di passaggio e causare danni e abrasioni ai componenti dell’impianto.
A seconda del principio fisico su cui si basano, i dissabbiatori possono essere a gravità, centrifughi, areati, o per grigliatura.

I dissabbiatori per gravità sono i più semplici: le acque reflue scorrono lentamente all’interno di un canale, sagomato in modo da raccogliere sul suo fondo le parti solide.
Più sofisticati sono i dissabbiatori centrifughi, nei quali c’è una vasca cilindro-conica; il liquido viene immesso tangenzialmente e si crea un moto circolare. Le sabbie, più pesanti dei residui organici, si separano dalle acque e si raccolgono sul fondo, da dove sono poi rimosse.

Il movimento dell’acqua all’interno di questi dissabbiatori è regolato da una pompa e da valvole, che devono avere caratteristiche particolari per non essere danneggiate dai residui solidi. É il caso della C16 di ASV Stubbe, una valvola a sfera in PVC senza zone morte.
Il corpo della valvola è stampato intorno alla sfera per garantire standard di sicurezza elevati: smontando la valvola, non c’è il rischio che la sfera possa uscire. In più l’assenza di zone morte impedisce ai fluidi di fermarsi e alle impurità di depositarsi. La valvola può essere facilmente automatizzata ed è disponibile fino al DN150 a passaggio totale.