Il biogas si ottiene dalla degradazione in assenza di ossigeno (per digestione anaerobica) di varie sostanze organiche in seguito all’intervento di batteri. Si produce così metano, che insieme all’anidride carbonica e ad altri gas in percentuali inferiori vanno a costituire il biogas. Questo può essere poi convertito in calore ed elettricità. Il processo di produzione del biogas richiede un attento monitoraggio in ogni sua fase, in particolare nella desolforazione.

Il monitoraggio della desolforazione del biogas

L’intero processo della produzione del biogas, dalla produzione allo stoccaggio, deve essere controllato nel dettaglio, ma la fase che più di ogni altra richiede un monitoraggio accurato è quella della desolforazione, durante la quale vengono eliminati i composti solforati che si sviluppano nella produzione del biogas, come l’idrogeno solforato (H2S).

Queste sostanze vanno eliminate per evitare che danneggino i componenti, corrodendoli.

Esistono diversi metodi di desolforazione; nella desolforazione tramite introduzione di aria (ossidazione biologica con ossigeno atmosferico) il solfuro di idrogeno viene trasformato in zolfo elementare mediante batteri che respirano ossigeno e si alimentano con acido solforico che viene poi degradato a zolfo elementare.

La quantità di ossigeno introdotta deve essere accuratamente dosata; a questo scopo si rende necessario l’uso di flussimetri che possano misurare la quantità di aria immessa nel circuito.

Non solo il flussimetro, ma anche le valvole per la regolazione del flusso e componenti apparentemente secondari come i raccordi del rubinetto a sfera per lo scarico dell’acqua di condensa e il lavaggio dei tubi devono essere scelti in materiale plastico, resistente alla corrosione.

La produzione di biogas in Italia

L’Italia è il quarto paese al mondo per la produzione di biogas in agricoltura, dopo Germania, Cina e Stati Uniti. Secondo i dati del Consorzio Italiano biogas (Cib) in Italia sono operativi più di 1500 impianti di biogas, 1200 dei quali in ambito agricolo. Nel 2030 potremmo produrre il 12/13% del fabbisogno attuale di gas naturale, arrivando anche grazie al biogas a raggiungere le emissioni zero entro il 2050, come previsto dagli Accordi di Parigi.

(Fonte: www.ingegneri.info; www.asvstubbe.it)