L’agricoltura sta cambiando, sotto la spinta di una nuova sensibilità ambientale e di importanti innovazioni tecnologiche, ma anche nei nuovi scenari rimane indubbia l’importanza della fertirrigazione, che, come altri processi in agricoltura, può trarre grande vantaggio da strumenti e tecnologie.

Le nuove frontiere dell’agricoltura

Il modo di fare agricoltura sta cambiando, a partire da una filosofia nuova, che pone al centro dell’attenzione la terra; è quel che accade nella permacultura o nell’agricoltura sintropica, nelle quali la natura non viene sfruttata per i propri fini, ma gestita con rispetto e attenzione.
L’introduzione di strumentazioni all’avanguardia ha portato alla cosiddetta agricoltura di precisione, che permette di intervenire con azioni mirate sulle colture per ottimizzare i risultati.
In Italia c’è un pullulare di nuovi esperimenti in serra, ma anche in pieno campo, con la differenza rispetto al passato che le nuove colture pionieristiche necessitano di strumenti di precisione.
Oggi in Toscana si trovano campi di Thé, in Calabria si coltivano bacche di Goji e da Trapani a Trieste si sono diffuse molte coltivazioni sperimentali.
In questo panorama rinnovato continuano ad avere grande importanza le serre, che , anche grazie alla fertirrigazione, permettono coltivazioni inedite.
All’interno di ogni serra gli impianti di irrigazione devono essere calibrati sulle effettive esigenze che una azienda agricola ha nel coltivare frutti e ortaggi, anche con l’uso di flussimetri.

L’importanza della fertirrigazione: gli impianti

Si possono distinguere sostanzialmente tre diversi tipi di impianti irrigui:

  • Impianto mobile: è costituito da un tubo di gomma collegato ad una presa d’acqua; l’acqua arriva ad un irrigatore che viene spostato manualmente nelle varie zone dell’orto.
    Si tratta di un metodo sicuramente poco costoso, ma che durante il periodo estivo richiede un certo numero di ore di lavoro per effettuare gli spostamenti del tubo di gomma e dell’irrigatore occorre dotarsi di alcuni accessori ASV.
  • Impianto fisso: presenta i maggiori costi d’installazione, ma anche i maggiori benefici. Infatti è quello che permette migliore uniformità di distribuzione dell’acqua, maggiore tempestività d’intervento e quindi possibilità di elevata automazione.
    In questo tipo di impianto è possibile utilizzare gli irrigatori sottosuolo, nei quali la parte dell’irrigatore dotata di spruzzatore (torretta) emerge quando l’acqua entra in pressione nell’impianto per poi rientrare quando termina l’irrigazione.
    Tali irrigatori permettono di compiere le operazioni di manutenzione dell’orto senza dover procedere alla loro rimozione. Considerato che si tratta di un impianto fisso, si può pensare di fissare bene i tubi con i relativi reggicavi e fermatubi.
  • Impianto semifisso: si tratta di un impianto, dove su una parte della tubazione interrata (tubazioni in pvc), nella quale sono presenti i diversi irrigatori, si possono collegare spezzoni di tubo o sui quali si possono direttamente installare gli irrigatori. Tale impiantistica permette di servire diverse postazioni e si può spostare quando è terminato la fase di irrigazione voluta.
    Questo sistema presenta i pregi e i difetti dell’impianto mobile, ma si adatta meglio a superfici di maggiori dimensioni, evitando il continuo trasporto nell’orto di lunghi tubi. Permette anche una certa automazione dell’impianto e l’utilizzo di irrigatori di maggiori dimensioni, che riescono a bagnare superfici più ampie.

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