La viticoltura di precisione prevede di fornire ad ogni singola pianta gli input produttivi di cui ha bisogno quando ne ha bisogno. Per questo è fondamentale progettare un impianto di irrigazione e fertirrigazione modulare.

La viticoltura di precisione si basa sul principio della gestione della variabilità in campo e sul fornire ad ogni singola pianta ciò di cui ha bisogno quando ne ha bisogno. Vale per il concime, ma anche per l’irrigazione, che deve essere modulata sulle esigenze della vite.

Una corretta irrigazione non è mai eccessiva. Fornire troppa acqua (in linea di massima più di 100 mm a stagione) alle viti è controproducente. Ma non si deve neppure mai intervenire quando le piante sono entrate già in una fase di stress idrico. L’irrigazione dovrebbe invece servire a mantenere la pianta in una zona di comfort in modo da metterla nelle condizioni di produrre le uve migliori.

Non tutte le piante hanno però la stessa vigoria e un buon viticoltore dovrebbe modulare gli input produttivi a seconda delle necessità della singola pianta o di aree omogenee. Modularità è dunque la parola d’ordine quando si progetta un impianto di irrigazione e di fertirrigazione destinato ad un vigneto. Il viticoltore deve essere cioè in grado di fornire più acqua alle viti meno vigorose (che ad esempio crescono su terreni sabbiosi) o in stress, escludendo invece quelle che non danno segni di carenza idrica.

Gli elementi di un impianto di irrigazione e fertirrigazione

I principali elementi di un impianto a goccia sono il gruppo di pompaggio, che immette l’acqua nella condotta principale. La stazione di filtraggio, che serve ad impedire l’occlusione dei gocciolatori, e le condotte secondarie da cui dipartono le manichette che raggiungono le viti. Le ali gocciolanti (da 16 o 20 mm) e le manichette con i gocciolatori (da 1,5 a 8 lt/ora) possono essere fissati al filo di banchina oppure appoggiati al suolo o meglio ancora interrati a 20-40 cm di profondità.

Nella scelta della pompa e delle tubazioni è fondamentale sovradimensionare l’impianto per poter offrire in un secondo momento una portata maggiore di acqua dove necessario. Su un vigneto di due ettari ad esempio è bene installare una pompa che ne possa servire anche tre. Idem per le manichette: è bene sempre considerare una lunghezza doppia rispetto al necessario.

In questo modo nei primi tre anni di impianto, quando la pianta cresce e non produce, è possibile individuare quelle aree a bassa vigoria che devono essere raggiunte da una portata di acqua supplementare rispetto a quelle ad alta vigoria. Tornerà dunque utile una pompa sovradimensionata e una manichetta più lunga del necessario che all’occorrenza può essere tagliata per effettuare un raddoppio.

Ma anche negli anni successivi, quando il vigneto entra in produzione, poter modulare la portata di acqua e di fertirriganti a seconda della vigoria delle viti gioca un ruolo fondamentale nel rendere omogenea la produzione del campo.

Nella scelta della pompa tutto dipende dalla forma in cui è disponibile l’acqua. Si va dalle pompe di superficie a quelle ad immersione, capaci di gestire il dislivello dei pozzi. E nel caso non ci sia disponibilità elettrica è bene predisporre pompe alimentate a benzina o diesel.

In un’ottica di modularità è opportuno investire nell’acquisto di un inverter in grado di mantenere la pressione del sistema invariata (solitamente tra 1 e 3,5 bar) al variare della portata. In questo modo si potranno gestire flussi di acqua differenti nelle diverse zone del vigneto senza sprecare energia elettrica.

Il collettore, da cui dipartono le ali gocciolanti, ha solitamente un diametro compreso tra i 40 e i 110 mm. Mentre le ali tra i 16 e i 25 mm. Nel caso delle viticoltura, dove il sesto di impianto è studiato accuratamente, la scelta tra ala gocciolante e gocciolatore deve ricadere sulla prima. È importante poi prevedere delle valvole in punti strategici in modo da poter irrigare solo alcune aree del campo.

I vantaggi della fertirrigazione in vigna

All’impianto sopra descritto può essere poi applicato un banco per la fertirrigazione. Si tratta di un costo aggiuntivo che però si ripaga attraverso una migliore e maggiore produzione di uva. Fornendo input nutritivi adeguati si ottiene uno sviluppo delle barbatelle ottimale ed una entrata in produzione precoce (perfino di un anno). Poter distribuire gli elementi nutritivi a seconda del fabbisogno della pianta e della specifica fase fenologica porta infine a produzioni di bacche di qualità migliore.

Nel caso si opti per la fertirrigazione è bene prestare la massima attenzione ai materiali con cui assemblare il sistema. La soluzione immessa nell’impianto ha infatti un pH acido ed è quindi bene optare per componenti non in metallo che si possono corrodere nel tempo perdendo di affidabilità. ASV Stubbe fornisce pompe, valvole e raccorderie in materiali plastici resistenti ai prodotti chimici, ai raggi UV e alla corrosione.

Negli impianti di fertirrigazione sono usate le elettrovalvole a solenoide, capaci di interrompere il flusso di sostanza nutritiva in quelle aree che non necessitano di sostegno. ASV Stubbe fornisce anche flussimetri per controllare la portata dell’impianto, strumenti che possono essere abbinati a sensori elettrici che avvertono l’agricoltore in caso di flussi anomali.